La Costruzione della torre dell'orologio - 1613
Sorto sul lato est della piazza Ateo Casalini e ricordato da Gherardini come Palazzo di Giustizia “con più stanze, e due granai”, il palazzo comunale di Monterotondo, il cui impianto risale probabilmente al XII-XIII secolo, si presenta oggi nella forma conferitagli agli inizi del XVII. Sicuramente la torre dell’orologio che ne rappresenta l’elemento cardine risale al 1613, anno nel quale, come risulta da alcuni documenti, venne richiesto un preventivo per la sua costruzione, terminata nel 1628, come ricorda l’iscrizione della lapide murata sul fronte. Era la sede del vicario che rappresentava la massima carica civica del paese. Dagli innumerevoli inventari redatti con cadenza annuale ad ogni nuovo insediamento del vicario l’edificio risultava composto dalla sala del consiglio, dalla cancelleria, dalla cucina, altre volte indicata come ‘salotto’, dove c’era il camino, da due camere, di cui una del Vicario, e dalla cantina. Il fronte principale del palazzo, in muratura mista di pietra e mattoni denuncia le varie fasi costruttive; al centro si eleva la torre dell’orologio che divide in due parti la facciata: quella di destra, più antica, è caratterizzata a pian terreno da due ampi portali ad arco a tutto sesto, realizzati in conci di pietra, cui corrispondono, al piano superiore, due aperture a sesto ribassato; quella a sinistra, rimaneggiata nella prima metà del Novecento, si differenzia sia nei materiali che nella tessitura muraria, mostrando tre aperture ad arco a pian terreno e un balcone al piano superiore, introdotto nel Ventennio, quando l’edificio venne adibito in parte a Casa del Fascio. Una certa disorganicità si nota anche nei prospetti laterali e posteriore dove le aperture sono distribuite senza alcun ordine di simmetria ma rispettano l’allineamento dei piani all’interno. Di un certo interesse sono le lapidi collocate all’interno del palazzo che tracciano un capitolo fondamentale della storia politico-sociale della comunità; oltre ai caduti nelle guerre celebrano gli eroi del Risorgimento quali Giuseppe Mazzini, Antonio Fratti, Felice Cavallotti, Giordano Bruno, Francesco Ferrer e Pietro Gori.