Agiografia di San Regolo - 546

Agiografia di San Regolo

 

Tutto ebbe origine nel 515 quando Regolo, allora vescovo di Bona in Africa, si mise per mare con due preti (Fiorenzo e Giusto), due leviti (Felice e Cerbone), e due laici (Ottaviano e Clemente) per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali ariani, fino a trovare approdo nel calmo golfo di Baratti. Si narra che Regolo portasse con sé dall’Africa anche un’immagine della Vergine scolpita su un tronco di legno di cedro dall’evangelista Luca, quella che poi verrà conosciuta come la Madonna del Frassine. Dopo un periodo di lavoro e di preghiera in Populonia, e non senza aver convertito alla fede cristiana numerosi abitanti ancora pagani, il gruppo però decise di dividersi: Ottaviano si fece eremita in una grotta nella Val di Cornia e in seguito seguì i fratelli Giusto e Clemente a Volterra; Fiorenzo fu eletto, nel 535, vescovo di Populonia, mentre solo più tardi lo diventerà anche Cerbone. Regolo infine decise di ritirarsi in un bosco nell’entroterra per vivere da eremita, fin quando nel 576 Totila, che con le sue truppe imperversava in quel territorio, udita la fama dei suoi miracoli, mandò alcuni suoi emissari perché glielo conducessero. Al rifiuto del santo di seguirli, Regolo venne decapitato. Si narra però che il martire, alzatosi in piedi e raccolta la propria testa gettata dagli uccisori presso una fonte, la portò in mano per due stadi. A seguito del martirio i resti mortali di Regolo furono inizialmente conservati presso la chiesa di Gualdo del Re che fu eretta proprio a seguito del miracoloso evento, mentre nel 779 (o 781) il vescovo Giovanni decise di trasportare le reliquie del già santificato Regolo nella cattedrale di Lucca, mentre la scultura della Madonna venne custodita dai monaci del monastero di San Pietro in Palazzuolo vicino a Monteverdi. Quando nel 1252 il monastero fu distrutto e incendiato dai conti Pannocchieschi, un monaco in fuga riuscì a portare in salvo l’immagine e a nasconderla sopra un albero di frassino, per poi essere rinvenuta oltre un secolo dopo ed essere conservata a tutt’oggi nel santuario della Madonna del Frassine.